Wind speed. Velocità del vento.

La traversata che sto facendo in barca è la Palermo-Lipari. La lancetta che all’inizio ondeggiava capricciosa è stanziata, da almeno due ore, sul numero 40. Sono i nodi del vento.

La riesco a vedere anche se il vetro che la copre è pieno d’acqua. A poche miglia da Lipari scoppia un temporale e improvvisamente il tempo si dilata: per raggiungere la meta ci mettiamo quindici ore invece che dieci.

Avevo portato tre libri per un viaggio di una settimana, pensando che i momenti di calma piatta sarebbero stati molti.

Il primo risponde ad una regola stupida che seguo dalla prima volta che sono stata in Sicilia, ossia quella di leggere un autore siciliano mentre sono lì: Il giorno della civetta, Sciascia.

Il secondo si intitola Fuga da campo 14, è di Blaine Harden. Confesso di non averlo mai sentito, ma anche questa lettura segue una regola, la seconda: leggere i libri che sono piaciuti a persone con gusti letterari non convenzionali.

Filippo ha dei gusti molto poco convenzionali, ma non è solo questo. Ciò che mi spinge ad accettare di corsa i suoi consigli è la sua scaltrezza nel commentare un libro.

“Hai mai letto Saramago?” Gli ho chiesto una volta.

E lui mi ha risposto: “Si, ho letto Cecità, ma non l’ho capito”.

Non-l’ho-capito. Con sole tre parole si incarnava d’improvviso in lui il mio lettore preferito, ossia quello che non ti dirà mai di aver finito un libro di Proust, perché Proust è illeggibile già da pagina tre. Quello che non ha bisogno di sciorinare a tavola le sue letture impegnate affrontate con disinvoltura, che non ti elenca quanti autori russi dovresti leggere prima di prostrarti al cospetto di Tolstoj.

Finalmente un po’ di verità. Il libro è grande, nel bagaglio a mano pesa, ma secondo me ne valeva la pena, per un lettore così. (Sì, anche Filippo ha un blog. Non recensisce libri, ma racconta di viaggi e dispiaceri politici, quindi nel dubbio ve lo consiglio: https://filippogaleazzi.wordpress.com/).

Ultimo libro: Niente e così sia, Fallaci. Credo che a lei dedicherò un post a parte.

Comunque, terza regola: rileggere non è uno spreco di tempo. Il 15 settembre 2006 moriva la mia scrittrice preferita. Tornata a casa da scuola, sul mio comodino, c’era questo libro. Ma a sedici anni si è forse piccoli per la guerra in Vietnam.

Così sono ripartita da lì, perché ancora da quel libro non avevo preso tutto.

Restava il fatto che quella lancetta posizionata sul numero 40 mi indicava che non avrei potuto applicare nessuna delle regole.

È stato lì che ho pensato che sarebbe stato bello scrivere di libri, raccontare come li ho trovati e a chi li ho consigliati. Spiegare perché un autore mi ha deluso e un altro mi ha sorpreso.

Nasce per questo 40nodi.

Ma prima di iniziare, devo completare la traversata di ritorno.