Io non sono nessuno per aggiungere qualcosa a Grossman. Ma la mia testa ha accompagnato al titolo del libro A un cerbiatto somiglia il mio amore le parole per te dal momento in cui la protagonista ha preparato il suo zaino ed è partita per la destinazione di niente. Da allora è rimasto così.
Ho provato a giustificare questa mia stupidissima scelta tutte le volte in cui, piena di entusiasmo, ho consigliato il libro aggiungendo quelle micro-paroline e l’unica risposta che sono riuscita a darmi è che questo non è un amore etero-diretto. Non è un amore liquido, come piacerebbe dire a Bauman. È un amore supremo e cogente, caparbio fino all’ostinazione.
Quindi secondo me non è un amore, è l’amore per te.
Il suo nome preciso è Ofir, che io ho sempre immaginato come un ragazzo bellissimo malgrado Grossman – d’una capacità descrittiva vicina all’ossessione – me lo abbia restituito come pallido e magro, coi capelli scurissimi e gli occhi scavati di stanchezza. Per me è sempre stato Ofir, filtrato dagli occhi di sua madre, che quando ha saputo che sarebbe tornato in guerra con l’esercito di Israele, ha fatto lo zaino ed è andata via.
L’obiettivo era semplice: se un generale con lo sguardo di dolore si fosse presentato a casa sua per dirle che suo figlio aveva perso la vita, lei non ci sarebbe stata.
Se il dolore scappa, lei scappa più forte, così forte da non vederla più.
Questa storia è il rifiuto di un’attesa inerme con le armi che si hanno, non importa se poche.
Che a volte anche non voler aspettare sia un gesto d’amore?
A me non importa se questa donna possa sembrare meno grande di altre per non aver avuto la forza e il coraggio di attendere una notizia tragica, di lasciarla sgusciare in casa sua come un verme sul soffitto.
Io l’ammiro, anche se in tutto il libro v’è la rabbia di Ofir sullo sfondo delle pagine, dovuta all’impossibilità di avere qualunque contatto con sua madre.
Gli amori, del resto, non sono tutti uguali. Alcuni attendono, altri s’infuriano.
Ammiro la madre di Ofir perché non so altro, se non una cosa: l’amore di questo libro è uno di quegli amori che ti spingono ad aggiungere le parole per te.