Adriana

Sono nata a Bari il 13 settembre del 1990.

Mia madre mi racconta di essere andata in ospedale da sola e con la propria macchina perché «non ero malata, ero solo incinta».

Questo l’incipit agguerrito del quarto d’ora prima che venissi al mondo.

Diplomata al liceo classico, ho scritto lettere al mio professore di greco per tutti gli anni dell’università anche se una volta mi aveva messo tre meno meno.

Non sono mai riuscita a dimenticare i suoi racconti su Catullo e la sua immensa umanità.

Nel 2009 mi sono trasferita a Roma per studiare scienze politiche.

Ricordo che la prima cosa che ho pensato di questa città è che fosse invadente e chiassosa.

Negli anni, ho imparato ad amarla come si fa con le cose serie.

Dopo la laurea ho iniziato a studiare giurisprudenza.

Circondata da persone che, come me, sottolineavano i tomi di procedura civile con il righello, mi sono sentita al posto giusto.

E mi sento così anche adesso, che l’università volge al termine. Se qualcuno appellerà la mia vita dei prossimi anni con l’odiosa espressione «vita da concorsista», non riuscirò a prenderla bene.

Non vi dirò che mi piace andare al cinema e mangiare la pizza al pomodoro, perché spero sempre che non vi interessi.

Il primo libro che ho letto si intitolava La casa sull’albero, di Bianca Pitzorno.

La sera lo nascondevo per la paura di non ritrovarlo la mattina dopo.

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