A me Baricco non piace.
Non mi è mai piaciuto e non ho letto tutti i suoi libri.
Me ne sono bastati due per capire che è uno scrittoruncolo da quattro soldi che usa un linguaggio verboso ma vuoto.
E sia chiaro, io adoro la scrittura baroccheggiante, è quasi un vezzo per me.
Ma Nabokov può usare l’espressione «linea tratteggiata dei documenti» per parlare di una carta d’identità. Baricco no, perché lui non dice niente.
E se non vi è nulla da dire, della scrittura barocca non mi importa un fico secco, non mi lascia nemmeno quel piccolo piacere che si prova quando il proprio bagaglio lessicale si è arricchito di un termine.
Baricco non mi piace perché scrive storie invorticate che non solo non hanno una morale, ma nemmeno una trama compiuta. Solo virtuosismi e virtuosismi. Un’ambizione gonfissima priva di realizzazione, tutto qui.
Comunque, io non ho letto tutto Baricco. Eppure non mi piace.
Ma l’opinionista dei social network che oggi, 11 settembre, citerà Oriana Fallaci solo per aver letto La rabbia e l’orgoglio e al massimo La forza della ragione, si sta assumendo una grande responsabilità, più grande di quella che io m’assumo con Baricco.
Ciò perché quando uno scrittore non scrive del mare, dei mondi di seta e del turbamento transuente dell’animo, bensì delle guerre realmente combattute, degli amori realmente vissuti e delle idee realmente sostenute, tocca prendersi la briga di leggerlo tutto.
E’ un po’ come quando facciamo un errore e in un moto di autodifesa ripercorriamo, nell’intimità della nostra cameretta, tutte le volte in cui non abbiamo sbagliato.
Dunque, Oriana Fallaci ha scritto La rabbia e l’orgoglio, ma anche Se il sole muore, Il sesso inutile, Niente e così sia, Un uomo e tutto il resto.
Io non sono nessuno per poter dire quali delle battaglie che ha combattuto fossero giuste e quali sbagliate; dico solo che dovremmo metterci in marcia e partecipare alle sue parole, perché è quello che si merita qualunque scrittore che abbia svuotato il suo piccolo o grande bagaglio esperienziale in un libro.
Conosco persone sfavorevoli all’aborto o in dubbio sull’aborto che hanno pianto tutte le loro lacrime per Lettera a un bambino mai nato e le stimo molto.
Questa è la grande potenza delle intelligenze dinamiche: guardare, senza molta retorica, al di là del proprio naso.
Non la penserò mai come la Fallaci e non la giustifico per essere stata ingiuriosa e poco obiettiva, né per aver tralasciato alcuni momenti storici che meritavano certamente più considerazione.
Resta però la scrittrice che più in assoluto ha cambiato il mio modo di sentire e ciò anche dopo il clamoroso articolo scritto sul Corriere della sera.
Mi è piaciuto anche Tiziano Terzani, che con il suo Lettere contro la guerra si è certamente avvicinato di più a ciò che penso di questo spaventoso conflitto, sottolineando proprio quei passaggi storici che nei libri della Fallaci mi erano mancati.
Vorrei solo si capisse quanto ci si perde a sentirci in dovere di esprimere un’opinione su tutto tralasciando il quadro generale.
Scaldiamoci, dio mio, è sacrosanto! Ma facciamolo con tutti i mezzi a nostra disposizione, non solo con una parte di essi.
Insomma, se qualcuno vuole farmi un regalo in anticipo per il mio compleanno, oggi, 11 settembre, legga un libro della Fallaci precedente al 2001.
E poi mi racconti com’è.